TA’ BOM (terza ed ultima parte)

“Dunque il compito fondamentale della razza umana è amare, aiutare il più debole, sempre e comunque, perchè tutto quello che noi, individualmente parlando, abbiamo attraversato tramite le nostre precedenti incarnazioni, sotto forma di esperienze, permane, resta nell’universo, perché noi siamo figli del cosmo, e quando il nostro corpo fisico muore, la nostra anima, dovrà attraversare le varie sfere spirituali, in altre dimensioni, e sarà lì che ci renderemo conto che tutto ciò che ci è accaduto è perché doveva accadere, nel bene e nel male. Ma poi chi può dire se gli eventi, anche i più sconvolgenti, saranno un bene o un male per come poi si svilupperanno?
Dal mio punto di vista è tutto relazionato alle vite precedenti e alla preparazione costante e continua di quelle future, che è qui e ora, nell’azione e nel pensiero. Perché se non fosse per questo, non avrebbe senso quello che sto dicendo.
Se il vivere fosse solo frutto del caso, la morte a quel punto sarebbe, giustamente, quanto di peggio possa capitare.
Ma la vita non è una roulette, altrimenti tutto ciò che è nefasto rientrerebbe nella norma.
Ed in effetti chi non crede nell’aldilà, vive in una profonda e perenne tensione interiore, con la sindrome dell’arrivo della morte, in qualsiasi momento, che, per queste persone, rappresenta il nulla, il vuoto…depressione e angoscia: ecco la vera tragedia.
Ed è in questo contesto, alimentato dalle più svariate paure, che nascono cose negative, come per esempio le dittature. Le presunte razze superiori, o al contrario, quelle del siamo tutti uguali. Quando poi non è affatto così. Ovviamente, ne meglio, ne peggio, solamente, grazie al cielo, differenti. Perchè non può esistere un essere vivente perfettamente uguale ad un altro.
Un altro fattore importante per l’evoluzione animica dell’umanità, è l’arte, perché è la connessione tra il mondo materiale e quello spirituale. Prendiamo come esempio la letteratura, i grandi scrittori si distinguono da quelli normali perché sono dei “profeti”.
Comunque, per completezza, va chiarito un dato che è determinante; da quello che ho accennato, ad un primo sguardo, sembrerebbe che prima di nascere l’essere umano abbia già scritto il suo futuro, ma non è affatto così. Grazie al cielo, esiste il libero arbitrio.
Lui può sempre decidere in coscienza, quale strada prendere, perché esiste la libertà di scelta. Sempre.
Per quanto concerne scelte più “elevate”, del tipo dove si rinasce, quando, la scelta dei futuri genitori, e di conseguenza guidare il proprio karma, queste opzioni sono decise dall’Io superiore che è in connessione con le gerarchie celesti che sanno bene quali sono le esperienze di vita migliori da fare, ai fini dello sviluppo dell’evoluzione spirituale di ciascuno.”
“Allora ci possiamo reincarnare anche in un animale?” “No, come ti accennavo prima, l’essere umano non è un animale, perciò può reincarnarsi solamente nel suo regno, uomo o donna.”
“Scusa, ma, tu credi in Dio?” “Se pensi agli affreschi nelle chiese antiche, dove l’immagine di Dio è la fotocopia del Giove greco-romano, ti dico di no, se invece pensi ad una entità spirituale elevata che ha congegnato questo disegno divino fondato sull’amore e che ha come fine ultimo la ricongiunzione con Lui, ti dico di sì. C’è la scena finale del film di Ingmar Bergman “Come in uno specchio”, quando il figlio chiede al padre chi è Dio, e la risposta che sente è: “Dio è Amore”…
E la conferma di questo è l’immagine dell’entità del Cristo, cioè Dio che si è fatto uomo.
Pensa che Zarathustra ed il Buddha, vissuti secoli prima, dovevano preparargli la strada.
Quando si arriva a dire “ama il tuo nemico”, non si può più andare oltre, perché quello è Amore all’ennesima potenza.
Eppure, il Cristo ci è andato, oltre, sacrificando la sua vita per la salvezza dell’umanità…”
“Ma allora perché non essere cattolici?” “Per svariati motivi, tra cui il fatto che nei loro concili ecumenici hanno tolto il karma, la reincarnazione e addirittura l’esistenza dello spirito, spianando la strada al materialismo, mentre invece è notorio che, all’inizio dell’era cristiana, per i primi padri della chiesa erano dei dati di fatto.”
“Bene. Mi è sembrato che da questa intervista, siano uscite svariate cose interessanti, sarà il caso di approfondire certi riferimenti. Come chiusura a cosa penseresti?” “Il succo di questa conversazione mi fa venire in mente una frase del già citato Steiner: un passo nella conoscenza e tre nella morale.”
“Grazie tanto, Bom.” “Grazie a te che mi hai dato questa possibilità.”

Martino Taurino

TA’ BOM (terza ed ultima parte)ultima modifica: 2017-02-20T18:17:40+01:00da martinotaurino
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