Un’altra vittima dell’ingiustizia sociale.
E’ stato ritrovato, “affogato” nel fiume Chubut, Santiago Maldonado, attivista argentino, che da tempo appoggiava la causa delle popolazioni indigene Mapuche, del sud dell’Argentina,
dove il gruppo italiano Benetton, ha comprato, dallo Stato, più di 900.000 ettari di terra, per farci pascolare circa 100.000 pecore che forniscono il 10 % della lana che serve all’azienda di Treviso, per fabbricare maglie e abiti.
E gli indigeni, che vivono lì da secoli, giustamente, non ci stanno. Allora il governo del premier Macri, probabilmente prezzolato da…immaginate voi, ha cominciato a menare le mani, e il
primo agosto scorso, la polizia ha usato manganelli e pallottole per scacciare gli indigeni e gli attivisti dal blocco della Ruta 40, che è la strada che attraversa tutta l’Argentina.
E questo accadeva proprio vicino al fiume dove è stato “fatto ritrovare”, dopo 78 giorni da quel dì, il corpo senza vita di Santiago, che teneva ancora stretto in mano un bastone…
Una commissione di “esperti e periti”, ha stabilito che il corpo non presenta alcuna violenza, e questo, per noi che conosciamo certe realtà storiche, rientra nella normalità.
La verità è che di fronte ai grandi interessi finanziari, la vita delle persone, non vale niente.
E’ fuffa…

Martino Taurino