ZUSHE BEN AVRAHAM

E’ il nome in ebraico di Robert Allen Zimmerman, cioè, Bob Dylan, che oggi, 24 maggio 2016, compie 75 anni. Nato nel Minnesota, negli Stati Uniti, da genitori ebrei.

E’ del segno dei Gemelli, una caratteristica tipica dei più grandi letterati (Dante e Shakespeare ne sono un esempio), ed è stato, a mio avviso (ed anche secondo il regista tedesco Wim Wenders), uno dei cinque personaggi più importanti della musica occidentale, a partire dagli anni ’60 del secolo passato, insieme a Jacques Brel, Leonard Cohen, Van Morrison e Fabrizio De Andrè.

Cominciai a sentirlo da “The freewheelin’ Bob Dylan” del 1963 fino ad arrivare al 1966, quando pubblicò il primo long playing doppio della storia del pop, parlo di quel capolavoro assoluto che porta il titolo di “Blonde on blonde”. In questi pochi anni ha fatto degli album che hanno segnato positivamente in modo indelebile la mia formazione culturale.

Per quanto concerne la sua musica di questo periodo è stato debitore del folk, all’inizio (Woody Guthrie su tutti), e poi del blues e del rock. Per quanto riguarda invece i testi, qui in Italia dobbiamo essere grati a Fernanda Pivano, che con due libri di traduzioni delle sue canzoni ci ha spalancato le porte su una visione della vita veramente originale all’epoca. Almeno per noi italiani.

Immaginate che nel ’63 (!), in una delle sue canzoni diceva: “propaganda, tutto è falso…”

Ma vi rendete conto di quanto era avanti quest’uomo? Per noi l’avanguardia di quell’anno era Claudio Villa, arrivato secondo al festival di Sanremo…

Comunque, le cose cambiano, e nella mia evoluzione dell’ascolto musicale, l’ho un po’ perduto, anche se ogni tanto arrivava qualcosa, come il brano “All along the watchtower”, tramite la versione di Jimi Hendrix però, oppure “Lay lady lay”, perché mio fratello aveva trovato il 45 giri…

Sarà stata colpa del suo incidente motociclistico nel ’66? O era finito l’incantesimo?

Chi era cambiato, lui o io?

Forse era semplicemente un’altra fase per entrambi. Ognuno a modo suo, beninteso…

Per chi non conosce bene quell’entusiasmante periodo di cui sto scrivendo, suggerisco di vedere due film su di lui, uno è di D. A. Pennebaker, del ’65, e s’intitola “Dont look back”, e l’altro è di M. Scorsese, del 2005, dal titolo “No direction home”. Sono due gran bei documentari, dove emerge la vera essenza di questo grande artista.

E dunque, buon compleanno Bob! Sei stato un grande!

ZUSHE BEN AVRAHAMultima modifica: 2016-05-24T21:55:30+02:00da martinotaurino
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