IL MIO NEPAL

Settembre del ‘90, andammo in Nepal dall’India, con i loro bus malmessi, ma prima di iniziare la salita, delle persone in borghese, avevano messo una corda tesa in mezzo alla strada, per far pagare il transito, poi scoprimmo che avevano voluto dei soldi dall’autista.
Comunque, dopo, cominciammo ad inerpicarci per la salita che portava in Nepal, e che sembrava non finire mai: curve su curve. Ai bordi della strada, che aveva un panorama che poteva tranquillamente somigliare ai nostri Appennini, c’erano le scimmie sugli alberi che costeggiavamo, e questo, se permettete, faceva la vera differenza…
Quando finalmente arrivammo in cima, su questo sterminato altopiano, vidi una scena che non dimenticherò mai: ci saranno stati una ventina di uomini con lunghe lance, coperti solo da una pelle di leopardo che gli copriva il sesso, che erano in circolo, ai bordi della strada, ed uno di loro, con la pelliccia che gli copriva anche parte del torso, parlava a tutti loro. Sembrava una scena tratta dalle storie di Tarzan…
Per associazione di pensiero, mi fa venire in mente un’altra scena incredibile: un circolo di lebbrosi, accovacciati a terra, anche loro una ventina circa, sul grande spiazzale dove c’è il forte rosso ad Agra, in India, che, in circolo, battevano sull’asfalto dei pezzi di legno, cantilenando una nenia dall’aria molto malinconica.
Tornando al Nepal…bellissimo! Katmandu, meravigliosa. Pokhara, con la visione inaspettata dell’Annapurna. Gorkha, in cima al mondo…che immagini strepitose! Scolpite nel cuore…
A raccontarlo, non ci si crede…e questo è il bello di quei posti, che ciò che vedi non sembra vero. E quel viaggio, durato tre mesi, è stato pieno di scene indimenticabili…così lontane dall’occidente…come quella a Varanasi (Benares), in India, sulle rive del Gange, dove bruciavano cadaveri a ripetizione, e il puzzo della cenere era devastante (così come le megazanzare, ed il traffico automobilistico…); ricordo, su una delle tante torri adiacenti al fiume, io e un giapponese si parlava, in un inglese stentato, su chi era il percussionista di Ravi Shankar in un certo album…

I COATTI “DELL’ANTICA ROMA”

Questo è un ricordo che risale più o meno al marzo del 1980, quando ero sotto al militare.
All’epoca c’era il “nonnismo” ed io me l’ero cavata abbastanza bene perché i “nonni”, quando arrivai, erano in maggioranza romani e napoletani, che di solito si schieravano insieme contro il resto d’Italia.
Quando si svolse questo episodio io ero arrivato da circa due mesi presso l’enorme caserma di Maniago, in provincia di Pordenone, in Friuli.
Quel giorno arrivavano le “spine”, cioè i nuovi arrivati. Tra loro c’era Roberto B., romano, di Cinecittà, una faccia che se lo vedeva Pasolini gli avrebbe sicuramente fatto fare il protagonista di un suo film…
Quella sera, i nonni, fecero salire le spine sugli armadietti dove avrebbero dovuto marciare.
Come da prassi tutta la batteria era presente a questa scena in quella camerata.
Quando uno dei nonni diede l’ordine di marciare, Roberto tirò fuori il pisello e pisciò sopra ai nonni…una scena mai vista, da rimanere a bocca aperta…
Subito dopo è successo un finimondo, un parapiglia, quella dozzina di nonni lo avrebbero voluto picchiare di brutto, ma lui, con un’aria tranquillissima, quasi sorridente, gli diceva di farsi avanti, tre ci hanno provato, loro malgrado, al primo gli è arrivato un potente calcio là in mezzo, al secondo una testata in faccia che si è sentito il rumore del setto nasale rotto, all’ultimo un pugno in faccia devastante che l’ha fatto volare di qualche metro.
Il casino che era scoppiato aveva fatto arrivare di corsa il caporalmaggiore di giornata perciò la situazione si è dovuta per forza di cose calmare…
Ovviamente eravamo diventati subito amici, ma è durata poco, dopo una settimana lui si era inventato qualcosa, come si usava di prassi, per andare in infermeria…e non l’ho più rivisto.
Anni dopo seppi, da un amico di Cinecittà che lo conosceva, che era stato trovato morto dentro al camioncino per l’immondizia con cui lavorava. Overdose di eroina…
A proposito di coatti romani ho un altro ricordo di un paio di loro conosciuti sempre al militare, però prima di Roberto, a Savona, dove ho fatto il CAR.
Uno era dell’Alberone, l’altro di Borgo Pio. Il primo somigliava a Mick Jagger, il secondo a Memmo Carotenuto. Due soggetti clamorosi che non ti dico…basterebbe raccontare due episodi, successi il giorno prima che ci lasciassimo, per la fine del CAR.
Quel giorno la giornata era libera, perciò andammo a mangiar fuori e quello dell’Alberone (non mi ricordo i loro nomi) tira fuori un elastico e lo mette in mezzo alla sua insalata, facendo un casino tremendo con il cameriere. Alla fine ci hanno fatto un forte sconto…
Poco dopo avvistano un bar con sala da biliardo e se ne escono fuori che vogliono il caffè. Entriamo, prendiamo i caffè, e loro, con aria serena, si avvicinano al biliardo, dove giocavano altre persone, e dopo un po’ gli dicono se possono giocare, magari scommettendo qualcosa, con un’aria talmente innocente che sembravano due teneri angioletti…
Iniziano, e perdono, insistono, alzando la posta, e riperdono. Io a quel punto gli dico di lasciar perdere e di andarcene, e loro mi dicono che non possono lasciar perdere. E la cosa si ripete ancora…
Accorcio. Era tutto un bluff, erano due ire di Dio a giocare a stecca. Prima hanno fatto abboccare i giocatori locali con tutte le scarpe, poi li hanno letteralmente prosciugati. Quando siamo usciti da quel bar hanno voluto dividere in tre la loro cospicua vincita in denaro. Io gli ho detto che non c’entravo niente, ma loro, seri, mi hanno detto che la mia pazienza doveva essere premiata…
È sì, questi sono solo degli esempi di un certo modo di vivere di alcuni coatti “dell’antica Roma”…
Martino Taurino

ERA ER TEMPO DE GUERA

Se chiama Lina, a fija de Domenico, quello che ner ‘43 ciaveva er vapoforno a piazza Testaccio, e lei ciaveva tredicianni, quanno lì cadeven’e bombe. All’epoca er pane era razzionato.
Allora veniveno quelli che lavoraveno ar mattatoio, co ‘na saccocciata de animelle, nascoste quanno squartaveno l’animali, e je diceveno: “a Domè, te damo queste, ce dai n’artro pezzetto de pane, che ciavemo più fiji che purci…” E lui risponneva: “pure a me a farina maa danno razzionata…comunque tiè, nasconneteve ‘ste ciriole dentree tasche”.
Allora ogni tanto capitava che s’aritrovaveno ‘n sacco de frattaglie, a quer punto Gina, a madre de Lina, je diceva aa fija: “va sù, all’urtimo piano, porta ‘n po’ de ‘sta robba a Roma”, se chiamava così, ‘na signora co na marea de fiji e er marito ‘n guera. Quanno Lina je portava quell’animelle, ‘n’te dico e feste che je faceveno. Tutti li regazzini a urlà daa gioja che se magneveno quer ben de Dio…
Poi, a ‘n certo punto Domenico nun je la più fatta a sentì fischià e bombe così vicino, ha vennuto er vapoforno a du lire e se n’è ito, co tutta a famija, ar paese suo, nee Marche.
‘Na vorta a Carlo, un regazzetto che faceva er cascherino ar negozzio, je s’ereno rotte e scarpe, allora Domenico je fa: “và a dà ‘n’occhiata aa stazzione Ostienze che ce stanno ‘na cifra de morti, ‘n paro de scarpe e rimedi sicuramente”, allora lui ce và caa bici che tanto era vicino, quanno arivò vide ‘na collina de cadaveri chee scarpe, ristette, guardò, ce penzò, voleva…ma nun je la faceva…ritornò, piangendo, chee scarpe rotte…

Martin Passeraccio

A PIERPÀ

Sarà stato er settantatre, me trovavo c’aamici mia de Lunghezza, aa villa, quaa vorta c’erano pure er Pescecane e er Cicorione, du coattoni tossici che nun te dico, n’quer mentre su a strada se ferma ‘na Giulietta sportiva de l’arfa romeo e scenne ‘n tipo che ciavrà vuto, più o meno, ‘na cinquantina d’anni. Ce vede, sale su, e se mette a parlà coi dù coatti che se vedeva che già se conosceveno.
Io o guardo mejo e je faccio: “a Pierpà, ma sei tu?”, e lui “sì, come mai mi conosci?”, “ho visto i firm tua, sei un grande…”, “ma come, un ragazzino di borgata che vede i miei film? Faccio fatica a crederci…”, “veramente io nun sò de Lunghezza, abbito a San Lorenzo…”, “conosco, vado spesso a mangiarci…”, “dar Pommidoro paa precisione…”, “mi ci hai visto?”, “sì, svariate vorte, io sto là dietro…”, “e dimmi, quali sono i miei film che ti son piaciuti di più?”, “l’esordio…sfolgorante!”, “Accattone?”, “strepitoso Pierpà, n’opera prima così…e poi A Ricotta, geniale! ’N ce stanno parole pe descrivela…”, “caspita, che bel complimento…”. Allora i dù coatti je fanno: “a Pierpà, che famo annamo? Dopo ciavemo da lavorà…”, “immagino che tipo di lavoro…”, “cè chi campa cor cinema, e chi se deve ‘nventà quarcosa pe magnà…a proposito…annamo, così poi ce sganci quarcosa?”, “d’accordo, andiamo”, poi, rivorgendose a me, me fa: “e tu non te ne andare, che riprenderemo la chiacchierata…”. Nun lò più rivisto…

Martin Passeraccio

LE MOTIVAZIONI?

Motivazioni del crollo del movimento 5 stelle alle elezioni europee? Presto dette. Io in matematica sono sempre stato una frana, ma questi calcoli sono da terza elementare. Dunque, il totale è meno 6 milioni circa. Cominciamo. Meno 2 milioni circa: free vax insoddisfatti della gestione vaccini. Meno un milione circa: no vax idem come sopra. Meno altri 2 milioni circa coloro che, come me, sessantenne disoccupato con un figlio minorenne, sperava nel reddito di cittadinanza e loro hanno messo una soglia dell’ISEE da lavoro nero o da chi vive sotto ai ponti, meno male che io, grazie al cielo, ho almeno mia moglie che lavora e che porta a casa perlomeno il minimo per poter campare, che però, guarda caso, è sopra quella soglia. Manca un milione, dove lo mettiamo? Direi di puntare su quelli che non hanno mai sopportato il fatto che il movimento si sia alleato con la lega, simbolo perenne dell’involuzione dell’essere umano, della serie: dal Rinascimento all’uomo delle caverne.

Martino Taurino

SUPERCAZZOLE…COME FOSSERO ONTANI…

Il presidente della repubblica ha premiato il “maestro” Luigi Ontani…ma le avete viste le sue opere? Cosa? Problemi sessuali? Le sue opere sembrano ideate dal marchese De Sade e Leopold Von Sacher-Masoch messi insieme, con la supervisione di un transgender. Ma una cosa “normale”, no?
Nato a Vergato (é un caso che deriva da “verga”? Vi ricordate Benigni e Vergaio, il suo paese di adozione? La sua performance televisiva sulla “verga”?), gli hanno commissionato proprio lì una fontana, costata, sembra, 150.000 euro (!), che definire inquietante è poco…
Che dire…in un’Europa dove si vuole che i transgender vadano a scuola ad insegnare la sessualità ai bambini, è scontato che un’artista del genere rientri nella normalità, anzi, di più, che sia ritenuto a tal punto prestigioso, che persino quella mummia di Mattarella lo premi…
Chissà, visto come vanno le cose, magari prossimamente sarà omaggiato anche dal Papa…

Scorpio Venusiano

SCONTRO TRA TITANI

Quarche giorno fa, a Roma, paa precisione a Tore Maura, cè stato ‘no scontro da paura: i fascisti de casa paund contro li zingari…poi ‘mmagginà che robba…daa serie “er più pulito cià a rogna”.
Dartronde lignoranza è ‘na brutta bestia, e lì, ovviamente, comannava lei…
A reggina ‘gnoranza se sa, che quanno passeggia, va a braccetto co su fija, a principessa violenza, allora se sò viste donne e omini co certe facce che Pasolini avrebbe evitato, tarmente grezze, che li fogli dii libbri li usano pe carta ‘ggenica.
‘Nzomma, sé carpestato er pane, che dovevano magnà li zingari…
Carpestà er pane…ma ve rendete conto ‘ndo semo arivati?…Che tempi miserandi…

Martin Passeraccio

POESIA MEDIEVALE

Pace non trovo e non ho da far guerra
e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio;
e volo sopra ‘l cielo, e giaccio in terra;
e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio.

Francesco Petrarca

HITLER DOCET

Oggi, in Canada, quando negli ospedali, le femmine degli eschimesi e dei pellerossa autoctoni vanno a partorire, dopo, si ritrovano sterili…agghiacciante!
Questo perché un “programma” statale ha deciso di azzerare quelle popolazioni…allora? Qualcuno vuol dire qualcosa in merito? No…in effetti, non ci sono parole…
Da quando sono esistiti i nazisti con i loro programmi di sterminio di massa, anche con l’aiuto della “medicina”, questo è il risultato…e siamo nel terzo millennio…
Le stragi iniziate secoli fa, dalla scoperta dell’America, continuano…impunite…
Questo perché la razza bianca vuole tutto il mondo per se…e allora, poi, come si farà con i cinesi? Quelli non mollano mica tanto facilmente…

Martino Taurino

ER PATTO PAA SCENZA…

Er grillo parlante a rifatta (senti che puzza!)! Ha firmato er “Patto trasversale per la scienza”…dopo qua’attacco de diarrea furminante che ci’avuto contro l’omeopatia, senè scito co ‘startra megacagata…addirittura nzieme co dù firmatari cor botto, come Renzi e Burioni…sì, avete letto bene…devo aggiunge quarcosa? Meglio de no…’sto fatto, se commenta da solo…però ‘n conziglio je va dato…nun se ne po più…allora, caro Beppe, cambia spacciatore, perché a robba che te fai, t’ha rovinato er metabbolismo…scacazzi a destra e a manca, e nun ciai ancora novant’anni, e dopo che farai, l’omme e merd? Come dicheno a Napoli? Fermete finché sei ‘n tempo. Ritirete daa vita pubblica, vatte a rinchiude a ‘n centro anziani, sai, una de quee megaville, su, a e cinque tere, da e parti tue, tanto ciai li sordi a pacchi. Dai, fa ‘r favore a l’italiani che t’hanno votato…RITIRATE…

Martin Passeraccio